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Il 2 luglio 1944, verso le 11, avevo finito il turno di lavoro e tornavo a casa con la bicicletta insieme all'amico Luigi De Lucia. Mi dovetti fermare a gonfiare la gomma anteriore dal Fiori e lui disse: "Io vado avanti, tanto mi riprendi". Quando arrivai all'incrocio della stazione stavano passando le solite fortezze volanti americane, che andavano a bombardare al nord. Ormai non ci facevamo più caso, ma di colpo sentii un gran boato e la terra tremò tutta. Passato il polverone mi incamminai di nuovo e nella salita dello "Scurcion" trovai dei corpi dilaniati e, fatto un altro paio di metri, vidi un braccio intero che ricordo riconobbi subito: era il braccio di De Lucia. Il suo corpo senza testa era un po' più in su. Disperato continuai la mia strada. Giunto alla Villetta trovai la moglie del De Lucia che mi chiese: "Ma l'hai visto mio marito? Deve portare il pane". "No", risposi, e continuai nel silenzio più assoluto, non ebbi il coraggio di dirle la verità. Cento testimonianze di altrettanti uomini e donne che dal 1940 al 1945 hanno vissuto il secondo conflitto mondiale. Storie di guerra e disperazione; di paura e fame. Di figli partiti e mai più tornati.